Progettare la vita ?
Se é vero che la vita é un gioco, sarebbe bello conoscerne le regole per vincere e avere un piano strategico, per capire quali prossime mosse da fare...
Nella mia vita ho scritto molti "piani", ma poi mi sono reso conto, che un masterplan, che copra una vita intera, non solo é poco realistico, ma anche pericoloso.
Se gestisci la tua vita unicamente, come una serie "dogmatica" di stadi intermedi ("imparo una nuova lingua") e obiettivi a lungo termine e gratificazioni differite („oggi svolgo una determinata attività, per poi un
giorno...“), sarai costretto con molta probabilità a riadattare il tuo masterplan più volte, sia per situazioni, che si sono create intorno a te, sia per esigenza interiore
Al contrario oggi preferisco pianificare la mia vita con più flessibilità e di anno in anno. Per questo adotto un modello ciclico-spiraliforme di vita, che mi appare piú
appropriato. In breve, mi pongo obiettivi a Gennaio, da realizzare nell´ arco di un anno. Mi concedo sia esperienze, da cui ne esco "vittorioso" subito sia che altre da cui imparare, per migliorare "il tiro" la prossima volta.
In questo procedere graduale verso l´ autorealizzazione é importate lavorare, giorno per giorno, alla conoscenza di come affrontare al meglio le sfide che si presentano e alla conoscenza di se stessi. E chi conosce al tempo stesso "il nemico" e se stesso é destinato "a vincere" nella maggior parte delle situazioni.
Quindi sii attento ai cambiamenti
intorno a te e alle emozioni dentro di te; questi/queste ti danno la capacitá di sviluppare „volta per volta“
quegli obiettivi (sempre temporanei), che saranno „utili“ al raggiungimento di quei traguardi, che in una precisa finestra temporale, ritieni essenziale raggiungere per il tuo progresso professionale e personale.
In questo moto, "proteso verso il futuro", „ti stabilizzi mentalmente“ in maniera quasi automatica, come il pedalare su una bicicletta ti impedisce di cadere.
Nel porsi degli obiettivi é però fondamentale dosare l´energia impiegata nelle singole attività e avere un buon senso di "timing". Per il primo fattore ritengo utile seguire il concetto di "Flow" di M.
Csikszentmihaly (http://www.psycosport.com/Articoli/teoriaFlow_Martinengo.pdf)
Nel secondo terzo della vita giunge poi il tempo di cambiare
"la figura professionale", da specialista a generalista/integratore.
Cioè é utile riscoprire la complessità di se stessi e di
separarsi per esempio da un concetto di "carriera a camino" ("salendo i
gradini della gerarchia, mi metto al sicuro"); questo concetto può temporaneamente
"calmare il nostro IO SOCIALE", in quanto ci fa illudere di una promozione progressiva, ma é
rischioso. Questo non solo dal punto di vista professionale (pensa alle continue
ristrutturazioni nelle aziende, con tagli del personale e appiattimento dei
livelli gerarchici), ma anche dal punta di vista mentale.
Adottare un atteggiamento da generalista-integrativo (grazie
Ken Wilber !) é non solo una esigenza mentale, ma dal punto di vista
evolutivo/energetico una necessità, che ci mette al riparo da rischi, come la
frustrazione e il burn-out.
Quindi ricapitolando:
• Sviluppa
un modello ciclico
• Rimani
in movimento, proiettato verso i TUOI obiettivi (dei prossimi 6-12 mesi)
• Conserva tempo ed energia, adottando uno stile di vita che ti permetta di
essere/rimanere in
"flow" con la tua vita
"flow" con la tua vita
• Evita
di diventare uno specialista e coltiva un attegiamento integrativo in tutto quello che fai
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